Nelle pagine di Ci sono mani che odorano di buono (Longanesi) si muovono vite silenziose che lottano ogni giorno per trovare il proprio posto nel mondo. Anime fragili ma incredibilmente resistenti che imparano a costruire, le une per le altre, un porto sicuro.
Sara Gambazza, una nuova voce della narrativa Longanesi, dà vita a una periferia simbolo delle fragilità e delle contraddizioni di tante periferie italiane.
«La vecchia non si muoveva. Stava lì da almeno due ore: sbagliata l’età, sbagliata la borsetta in vista nel parco dove i ragazzini si baciano, gli spacciatori fanno affari e i disgraziati sfilano borse a mani meno grinzose di quelle.
Marta pensò che potesse essere morta. (…) La vecchia si mosse: aprì la borsa, piano, le dita sparirono per un momento e riemersero stringendo un fazzoletto di stoffa ben piegato, di quelli che si tengono nei cassetti coi sacchetti di lavanda che crocchiano se li tocchi.
La mano d’uccello portò il fazzoletto al naso: tremava parecchio.
Vaffanculo. Vaffanculo al berretto, al fazzoletto, alla lavanda e a quel merdoso quartiere di occhi immobili. Marta si liberò delle ciabatte scalciando, raggiunse l’ingresso, tirò i calzettoni fino al ginocchio e si infilò le scarpe incastrate sotto il termosifone senza slacciarle. Si mise la giacca, la chiuse tirando la cerniera oltre la punta del naso e uscì.»
Ci sono mani che odorano di buono: incontro di solitudini
Ci sono mani che odorano di buono e un pomeriggio d’inverno, Bina si ritrova sola. Ha ottantatré anni e aspetta suo nipote al parco del Cinghio, il quartiere ai margini di una cittadina per bene da cui è meglio tenersi alla larga. Marta, che di anni ne ha venticinque, e che al Cinghio è cresciuta imparando che il mondo è storto e non lo si può aggiustare, la osserva dalla finestra.
Decide di offrirle un tetto per la notte. E per la notte dopo. E per quella dopo ancora. Marta finisce per prendersi cura di Bina, e intorno a lei si stringono gli abitanti dell’intera palazzina. Gianna, la dirimpettaia che parla con una sorella immaginaria. Ljuba, la badante della vecchia Maria, che di anni ne ha più di Bina e dal letto, ormai, non si alza più. E Benny, guardia giurata e amico d’infanzia di Marta, che dorme sul divano con una coperta troppo corta da quando nonna Celeste è morta.
I giochi del destino
Un paio di strade più in là Fabio, il nipote di Bina, ha sgarrato con la persona sbagliata ed è nei guai. Bina e Fabio vivono giorni paralleli, sospesi, in un luogo duro e sconosciuto, nell’attesa che qualcosa accada.
In Ci sono mani che odorano di buono il destino rimescolerà il mazzo distribuendo ai giocatori nuove carte. Marta, Bina, Fabio, Genny e tanti altri intorno a loro scopriranno che dietro ogni abbandono, nascosta sotto ogni solitudine, sopravvive sempre la forza di amare e il bisogno di prendersi cura dell’altro.
Titolo: Ci sono mani che odorano di buono
Autore: Sara Gambazza
Casa Editrice: Longanesi
ISBN: 9788830460294
Pagine: 368
Prezzo: 18,
Uscita: 10 gennaio 2023
Sara Gambazza è nata a Parma e vive a Noceto dove fa l’infermiera. Ci sono mani che odorano di buono è il suo primo romanzo.