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La strategia della versione. Racconto di Andrea Morresi

di Andrea Morresi

L’inizio dell’estate del 1972 fu diverso da quelli che l’avevano preceduto: gli amici, quell’anno, al mare in motorino ci andarono senza di me, perché io dovevo studiare, dovevo prepararmi per affrontare l’esame di maturità. Dovevo studiare non solo sui libri, ma soprattutto il sistema per non rischiare di essere bocciato.

Da buon estimatore del calcio all’italiana del maestro Nereo Rocco, decisi di “giocare sulla difensiva” e di “puntare al pareggio”. In sostanza il risultato da raggiungere era la promozione, tutto il resto non aveva importanza.
Per questo, pur non essendo un appassionato cultore della Matematica, nella prova orale chiesi di essere interrogato proprio in quella materia. Giunsi a questa determinazione, convinto che i professori non avrebbero dato molto peso ad un’esposizione poco brillante di numeri e figure geometriche, perché: “…tanto…Matematica al Liceo Classico non conta niente”. Quindi, in ogni caso, anche se non fossi andato bene in orale, non sarebbe stata pregiudicata la promozione.

Per quanto riguardava gli scritti, invece, mentre con il tema d’Italiano me la sarei sicuramente cavata come sempre, per la versione di Greco non stavo particolarmente in ansia: bastava posizionarsi in maniera oculata e sedersi vicino alla compagna giusta.
Avevo messo a punto la strategia per affrontare l’esame, ma mi era sfuggito un particolare decisivo: ero il numero 15 del Registro e ben quattordici compagni di classe mi avrebbero preceduto nella scelta del posto.
La mattina del compito di Greco ero arrivato a scuola presto e, insieme agli altri, attendevo di essere chiamato. Stazionavamo tutti all’ingresso del lungo corridoio, alle cui pareti, in due file parallele, erano stati accostati i banchi che dovevamo occupare. All’inizio e alla fine erano state collocate due cattedre, dove si sarebbero sistemati i professori.

I posti migliori erano, dunque, quelli centrali e, quando venne il mio turno, mi diressi velocemente verso la metà, trascurando i banchi in quarta/quinta posizione che erano ancora liberi. Naturalmente quelli al centro erano già stati presi e così arrivai alla fine del corridoio senza trovarne uno soddisfacente. A quel punto tornai indietro in tutta fretta per recuperare quei posti che non avevo considerato, ma ormai era troppo tardi: erano stati tutti occupati!
In un attimo mi resi conto di essere al primo banco, proprio di fronte alla cattedra del professore. Tutto era perduto e la mia strategia di sopravvivenza minimalista stava fallendo miseramente.

Mentre gli altri si stavano ancora sistemando e i professori parlavano tra loro, ebbi un’idea geniale e disperata. Chiesi al mio amico Gianni, che in quel momento era accanto a me, di prendere la sedia e di seguirmi. Poi sollevai con impeto il banco e, senza curarmi di professori e compagni, lo trasportai fino alla metà del corridoio. Lì mi fermai e lo infilai vicino alla finestra, dietro a quello dove era seduta Vittoria, la prima della classe, proprio lei che nel corso degli anni era stata una valida e preziosa “collaboratrice” nella traduzione dei testi di Greco e Latino, di sicuro fondamentale per il proseguimento della mia carriera scolastica.

Dopo il successo di quell’operazione così spericolata, mi ero illuso di aver risolto ogni problema, ma le cose si complicarono, perché la versione di Greco era particolarmente impegnativa e ci salvò soltanto l’intervento provvidenziale del commissario interno, che era un sacerdote e con animo compassionevole fece di tutto per aiutarci nella traduzione.

Alla fine, comunque, le previsioni si rivelarono esatte e, seppur in modo non esaltante, superai l’esame di maturità senza correre rischi. A conferma poi che la mia strategia era stata azzeccata, concluso l’esame, i compagni mi raccontarono che Adelio, uno di loro che assisteva alla mia interrogazione, a un certo punto uscì preoccupato dall’aula esclamando: ”..sta a fa un macello …!!!” Ma era tutto sotto controllo, perché: ”…tanto…Matematica al Liceo Classico non conta niente”.


L’autore

Andrea Morresi è nato nel 1953 a Macerata, lì ha conseguito la maturità classica e la Laurea in Giurisprudenza. Dopo il servizio militare prestato nell’Aeronautica, ha vinto il concorso all’Inps ed è stato assunto a Perugia. Ha abitato lì fino al 1982, poi è stato trasferito a Macerata e si è diplomato alla Scuola di Specializzazione in Previdenza Sociale presso l’Università. Da qualche anno è pensionato e si dedica alle sue passioni: la lettura, il cinema, il fumetto e la musica. Non la lirica, anche se ha fatto la comparsa allo Sferisterio nell’Aida del 1969 e nel Trovatore del 1971.


La strategia della versione. Racconto di Andrea Morresi – Il cappuccino delle cinque

di Andrea Morresi

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Autore: Andrea Morresi

Pubblicato in Racconti.

9 Commenti

  1. Specifico che sono di parte, Andrea è un mio caro amico ma prima di me lo era di mio marito….da sempre! Con questo gradevole racconto è riuscito a trasportarmi, amabilmente, al giorno più temuto, un po’ come farebbe una macchina del tempo. Mi sono immedesimata, fino a ritrovarmi a vagare tra i banchi! Bravo Andrea! Ottimo interlocutore e scrittore! Non sono nuova ai sui racconti ….ne ho uno che rimarrà per sempre nel mio cuore!

  2. Tra le 2 file di banchi perfettamente allineati, nell’atmosfera piena di ufficialità ma anche di grande emozione, è ancora viva, anche nel mio ricordo, l’immagine di te che avanzi con il banco tra le mani e ti piazzi, facendo finta di niente, dietro di me.
    Battito cardiaco accelerato, gocce di sudore che bagnano le mani e un terribile pensiero: “Adesso gli annullano l’esame di maturità!!!”
    E invece non successe niente!!!
    Ma una micidiale versione dal greco (come ha ricordato il nostro carissimo Andrea in “Tempi Maturi”) ci aspettava al varco: “Elogio della democrazia ateniese”, tratta da un testo di Platone.
    Proprio nel giorno più importante, quello della Maturità Classica, il mio ruolo di “valida e preziosa collaboratrice” segnò il passo!
    Ma se è vero, come tu scrivi (e perché mai dovrei dubitarne?!), che io ho contribuito ad arricchire la tua carriera scolastica liceale, è anche sicuramente vero che tu, dopo ben 51 anni, con questo pubblico ricordo, ironico ed emozionante, stai arricchendo la mia vita di adesso!!
    1 a 1 : per un estimatore di Nereo Rocco potrebbe essere un gran bel pareggio!!
    Grazie, Andrea! Buona vita!
    Vittoria

  3. Tra le due file di banchi perfettamente allineati, nell’atmosfera piena di ufficialità e di grande emozione, è ancora viva, anche nel mio ricordo, l’immagine di te che avanzi con il banco tra le mani e ti piazzi, facendo finta di niente, dietro di me.
    Battito cardiaco accelerato, gocce di sudore che bagnano le mani e un pensiero terribile nella mente: “Adesso gli annullano l’esame di maturità!!” Invece non successe niente!!!
    Ma una micidiale versione dal greco, come ha ricordato il nostro carissimo Andrea in “Tempi Maturi”, ci aspettava al varco: “Elogio della democrazia ateniese”, tratta da un testo di Platone.
    Proprio nel giorno più importante, quello della Maturità Classica, il mio ruolo di “valida e preziosa collaboratrice” segnò il passo!!
    Ma se è vero, come tu scrivi (e perché mai dovrei dubitarne?!) che io ho contribuito ad arricchire la tua carriera scolastica liceale, è anche sicuramente vero che tu, dopo ben 51 anni, con questo pubblico racconto, ironico e pieno di emozione, stai arricchendo la mia vita di adesso!
    1 a 1: per un estimatore di Nereo Rocco è un gran bel pareggio!!! Grazie Andrea! Buona vita!

  4. Bravo Andrews,
    hai scritto con grande efficacia e dovizia di particolari,non solo la tua esperienza personale, particolarmente coinvolgente e a tratti comica,ma sei riuscito a cogliere il clima di tensione di una giornata definita da tutti da “incubo”.
    Appena entrati,si respirava subito una atmosfera insolita,preoccupante,persino la vista del corridoio che abbiamo attraversato ogni giorno per cinque anni non era più così familiare tanto era stato stravolto da quelle anonime file di banchi addossati ai muri.
    Ricordo perfettamente quel 3 luglio,quando con i volti tirati,noi studenti della 3°D,affrontavano lo scritto di greco,un bellissimo passo del Menesseno di Platone che tutti dovrebbero conoscere.Non siamo mai stati particolarmente brillanti nelle prove scritte, tranne qualche eccezione, ma la nostra classe è stata sicuramente la migliore perché l’unica composta da ragazze e ragazzi (un evento per l’epoca) e con elementi sicuramente tra i più interessanti e simpatici del liceo.
    Non dimenticherò mai la preoccupazione di tutti di fronte alle difficoltà insuperabili che la versione ci presentava nonostante i vani tentativi di don Rolando Di Mattia di darci una mano;il nostro Deus ex macchina,l’unica speranza di fronte a quella catastrofe.
    Ricordi il presidente della commissione, il prof.Lausdei;una persona dal volto sbiadito,impassibile ,per nulla rassicurante che ci ha sorvegliato incessantemente per tutto il tempo concesso per la traduzione della versione senza mai salire ai piani superiori a controllare gli studenti delle altre classi. Rimane infatti ancora irrisolto il mistero di come mai nella Sez.A sistemata al piano nobile,per nulla controllata,siano spuntati diversi 60 (il punteggio massimo),mentre nella nostra classe sia stato assegnato un unico 54 conseguito meritatamente dal nostro capoclasse e da lì a scendere gli altri punteggi nonostante gli ottimi curricula di alcuni compagni di classe.
    Senza ombra di dubbio, potremo definire il comportamento di quella commissione un classico esempio di discriminatio “studentorum”.La Fortuna purtroppo non ci ha assistito neppure alla prova orale:estratta la lettera D venne convocata per prima la nostra classe e io e te siamo stati interrogati addirittura il 1°giorno.
    Oggi a distanza di 51 anni,ripenso a quella esperienza con il sorriso e con un’unica nostalgia, quella della nostra età. Era il 1972 e avevamo soltanto 19 anni.

  5. Bravissimo Andrea sei riuscito con ironia a risuscitare memorie fatalmente impolverate.Nello stesso scenario 6 anni dopo si è consumato lo scambio delle versioni nel bagno “dei maschi” al terzo piano, potremmo parlare di una tattica trapattoniana. Ad multos annos

  6. GRANDE Andrea!! Mi hai riportato indietro di 45 anni e avendo anch’io portato greco scritto e matematica orale ho rivissuto i tuoi stessi”tatticismi”. Mi hai risvegliato dei ricordi indelebili,le ansie di quei giorni e quel senso di”soddisfazione”per aver trovato il modo di aggirare il temutissimo esame e i relativi professori. GRAZIE Andrea. Ad Maiora

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