Indice
La scrittura poetica di Daniele Ricci è pervasa dall’indecifrabilità stessa dell’Essere (“Emerge da uno sfondo abissale/ ogni sforzo di dare alla vita/ una visione totale”), per quanto lo si navighi in cerca di approdi definitivi.
La metafora del viaggio attraversa del resto la letteratura di ogni tempo, a cominciare da Omero che canta il nòstos di Ulisse, travagliato da tempeste e approdi di fortuna, da magie e passioni illusorie, ubriacato dallo stesso mare color del vino e dalle sue voci perturbanti ed enigmatiche.
Il poeta greco Kavafis, secoli dopo, avrebbe interpretato il senso del viaggio ulisseo in versi indimenticabili, avvertendo il lettore che Itaca non dona altro che il viaggio stesso (“Nulla ha più da darti”).
Nel mare della letteratura
Daniele Ricci rende omaggio ai due autori scegliendo come punto di partenza il porto di Atene, lasciando indietro i suoi “bianchi palazzi” per approdare, come Odisseo, alla terra da cui era partito.
L’autore racconta ai lettori la sua esperienza di navigante come lo stesso Ulisse ad Alcinoo, dopo avere accumulato naufragi su naufragi. La narrazione del suo viaggio non è però lineare. La sua poesia non è germinante, iniziale come quella omerica, ha già attraversato il ‘mare‘ della letteratura: dai classici greci al contemporaneo Milo De Angelis, imbevendosi della storia stessa della lingua poetica.
Al piano letterario si intreccia quello storico ed autobiografico in una sovrapposizione che spesso genera polisemie complesse e incandescenti.
Il dolore del mondo contemporaneo (la guerra in Ucraina, il dramma dell’Afghanistan) e quello personale fanno parte dello stesso inganno, dello stesso sfrigolio tra desiderio di redimibilità del reale e la sua vertigine abissale.
La poesia indagine del non-dicibile
Il phàrmakon è la poesia stessa, “alla ricerca di qualcosa/ che nella vita non c’è”. La poesia, dunque, diventa lo strumento privilegiato di indagine del non-dicibile, di ciò che sta oltre i cancelli, i limiti dell’umana conoscenza, che a volte balugina attraverso le cose: la luna, i girasoli, la luce del giorno, che impartiscono all’uomo una Lezione di meraviglia, che, come è stato acutamente osservato, non è quella di Aristotele come postura interrogativa del mondo, ma l’insieme di quelle intermittenze epifaniche che, mentre si manifestano, si richiudono su sé stesse.
La certezza è soltanto la discesa nel nulla. È il messaggio riassunto in pochi, essenziali segni nel disegno in copertina di Vittoria Sofia Ricci, che visualizzano questi versi: “Scendo uno scalino/ e salto ancora giù/ oltre la linea/ giù dalla finestra/ nella solitudine del mondo”.
La tensione dell’attimo, tra mondo e oltremondo
Eppure, come nella poesia di De Angelis resiste la voglia d’esserci, di rimanere nella tensione dell’attimo come, per esempio, nelle azioni calcistiche e nelle sue dinamiche verbali (attinte a piene mani da Daniele Ricci), aggrappato a qualcosa: “resto aggrappato alla roccia” (pag. 94) e “Resto aggrappato al tronco” (pag. 113) e ancora: “mi aggrappo alla tua vita” (pag. 85), tutte variazioni di un verso di De Angelis che scrive:
“un povero fiore di fiume/ che si è aggrappato alla poesia”.
La poesia di Ricci ci consegna, infine, l’oscillare tra vita e morte, dolore e stupore, mondo e oltremondo, interpretando il comune destino dell’umanità, sottolineato dai continui passaggi dall’io al noi e da quest’ultimo ad un tu colloquiale in cui ciascun lettore può riconoscersi.
Scheda libro
Titolo: Lezione di meraviglia
Autore: Daniele Ricci
Editore: Italic Pequod
Collana: Rive
Anno: 2022
L’autore: Daniele Ricci
Daniele Ricci è nato il 21 giugno 1967 a Fano. Originario di Marotta (PU), viene da una famiglia modesta (i suoi genitori erano sarti). Dal 1990 non abita più nel suo paese: per dieci anni, per motivi di studio, ricerche postuniversitarie e docenze, ha vissuto in varie città italiane ed europee; poi, all’inizio del terzo millennio, è tornato nella sua terra e si è stabilito a Fano (PU), dove tuttora vive e insegna al Liceo classico.
I suoi interessi vanno dalle lingue e letterature classiche (si è occupato in particolare di lirica greca arcaica ed alessandrina) alla poesia contemporanea (ha compiuto studi su Ungaretti, Montale, su Umberto Piersanti ed altri poeti marchigiani). Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del nuovo millennio (fino alla nascita di sua figlia nel 2006) ha collaborato con alcuni periodici culturali. Nel 1998 ha pubblicato la raccolta di versi Lontananze, con postfazione di Giuseppe Bomprezzi (Montedit) e in questi anni sue poesie sono comparse in varie antologie e riviste letterarie.
Alla fine del 2022 è uscito il libro di versi Lezione di meraviglia, con prefazione di Marco Ferri (Italic Pequod; già segnalato e premiato in numerosi premi letterari, tra cui premio “Eccellenza” al “Premio Lett. San Domenichino 2023”; finalista al “Premio Tirinnanzi 2023”; primo classificato al premio “Poesia Trasimeno – Città della Pieve”; secondo classificato al premio “La poesia che canta – VI Edizione”; terzo classificato al “X Premio Intern. di Letteratura G. Bertacchi – Città di Sondrio”). Alcuni suoi testi, con nota introduttiva di Marco Ferri, sono compresi in Smerilliana N. 25 Anno 2022, pp. 213-224.
All’inizio di ottobre è stata pubblicata dalla casa editrice Dialoghi Edizioni una silloge di vecchie poesie, scritte tra il 1998 e il 2005, dal titolo Il filo del vento, con nota introduttiva di Andrea Angelucci. Nei primi mesi del 2024 uscirà per Puntoacapo o Pegasus Edition la sua nuova raccolta: La macchina da cucire. Geologia del dolore (prima classificata per la cat. “Silloge inedita” del “Premio Switzerland Literary Prize 2023” e segnalata al “37° Premio Lorenzo Montano 2023”).
Franca Alaimo esordisce come poeta nel 1991 nella collana editoriale dell’Antigruppo.
Ha pubblicato successivamente altre diciassette raccolte di poesie, tre e-book, tre romanzi, cinque saggi (sulla poesia di Domenico Cara, Tommaso Romano, Franco Loi, Gianni Rescigno, Luciano Luisi), due autoantologie (per Bombacarta e Macabor). Ha recensito centinaia di sillogi poetiche di autori, noti ed esordienti. Ha tradotto dall’inglese due raccolte di Peter Russell. È stata inserita in molte antologie, quotidiani, siti e riviste nazionali (Poeti e Poesia, Atelier, Poesia) ed internazionali (con traduzioni in spagnolo, tedesco, inglese, cinese). Recentemente è stata pubblicata una raccolta di quindici testi, tradotti in rumeno da Eliza Macadan, per l’editrice Cosmopoli. È stata redattrice delle riviste cartacee L’involucro di P. Terminelli e Spiritualità & Letteratura di T. Romano; attualmente cura la rubrica “Poesia e fulgore” per la rivista on-line L’estroverso diretta da Grazia Calanna ed è tra i collaboratori dei siti on-line: Poesia del nostro tempo e La rosa in più. Si sono occupati di lei molti critici ed ha vinto numerosi premi.
La poesia di Daniele Ricci mi porta a profonde riflessioni, mi fa vivere momenti di alta sensibilità e mi porta via, per una frazione di tempo, dalla quotidianità della vita.