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Soledad di Maurizio de Giovanni: un giallo con tutte le sfumature della solitudine

La Soledad, la solitudine, è il sentimento che riempie interamente di sé il 14esimo libro della serie del Commissario Ricciardi (scritta da Maurizio De Giovanni ed edita da Einaudi), romanzo ambientato nel dicembre del ’39, quando in Europa la guerra è già iniziata e la città partenopea si prepara a festeggiare il Natale.

Trama

Ci troviamo nella Napoli del 1939, anno XVIII dell’era fascista; la guerra è alle porte, tutti lo percepiscono, ma nessuno può parlarne apertamente. Gli italiani non conoscono quale sarà il loro destino, mentre all’orizzonte si affaccia un incubo incombente e minaccioso.
Luigi Alfredo Ricciardi è chiamato a indagare su una morte violenta: Erminia Cascetta, è una donna trovata morta nella sua abitazione.

“L’immagine della morta in piedi, il sangue e la materia cerebrale che colavano sul collo, gli occhi inespressivi ma con una scintilla di vita residua, sussurrava: egoista, egoista, lasciami vivere” (pag.27),

parole che solo il commissario riesce a udire. Ancora una volta, compare il Fatto, quella sua capacità segreta di percepire, attraverso un’immagine sfumata, le vittime nei luoghi del decesso che ripetono la frase pronunciata e pensata nel momento della loro morte.
Erminia Cascetta è giovane e bella, vive a Napoli con una madre inferma e bisognosa di continue cure. Dall’autopsia si scopre che era incinta. Chi avrà ucciso Erminia?
Nonostante gli sforzi compiuti da Ricciardi e da Maione, le indagini non decollano per sopraggiunte controverse circostanze, e sembra che il mistero sia senza soluzione. La storia principale si attorciglia ad altre microstorie, ugualmente avvincenti, e i possibili assassini passano al vaglio accurato dei due investigatori.
Il finale è acutamente raffinato: solo un dettaglio, che in principio passa inosservato, permetterà la risoluzione del caso.

Soledad

“Potessi farlo, ti parlerei di solitudine, Che a pensarci è una contraddizione, perché se qualcuno parla con qualcun altro, allora non è solo, ti pare? (pag.1) […] Potessi parlarti, ti parlerei della solitudine del cuore […] Ma non posso parlarti, giusto? No, non posso. Perchè sei morta” (pag.5).

Il libro nasce prendendo a prestito il titolo di una canzone (su testo di Alfredo Le Pera) di Carlos Gardel, icona della musica argentina.
Soledad è ciò che tormenta Ricciardi, sempre innamorato di sua moglie, Enrica: un amore vissuto e poi irrimediabilmente perso.
Soledad è la canzone che Livia canta nei locali di Buenos Aires, dove si è rifugiata per sfuggire all’amore non vissuto per Ricciardi: un amore senza speranza.
Soledad avvolge il brigadiere Maione: diviso tra l’amore paterno e il disprezzo per la violenza gratuita, è costretto a lottare da solo contro il disagio di un figlio che, escluso dal gruppo, opta per la strada sbagliata.
Soledad è il sentimento del dottor Modo: vede l’orrore del fascismo e la passiva accettazione del Paese che non ha la forza di ribellarsi.
Soledad avvoltola Garzo, funzionario della Regia questura di Napoli (diretto superiore di Ricciardi): mentre fino ad allora aveva appoggiato con convinzione le idee del regime, si trova improvvisamente ad affrontare l’assurdità delle leggi razziali che colpiscono la sua famiglia.
Soledad occupa il cuore di Bambinella, il ‘femminiello‘ che assiste una sua compagna di strada vittima di un pestaggio disumano.
Soledad è il mondo di Bianca, nobildonna innamorata e respinta da Ricciardi.
Soledad affligge Nelide, la governante a cui Enrica, prima di morire, ha affidato Marta.
La solitudine è un malessere ambiguo e subdolo che entra piano piano nel cuore e nel pensiero dei personaggi di questo romanzo. Lo scrittore ci mostra tutte le sue facce, riflettendo e facendoci riflettere perché l’amore, come la solitudine, sono universali e non hanno né tempo e né spazio.

“La solitudine è una questione di cuore.
La mente ci arriva, con qualche sforzo ci arriva. […] il corpo si rassegna, anche se con difficoltà, perché la pelle vorrebbe, e gli occhi vorrebbero, ma il tempo coltiva il dolore, e pure il resto poi capisce e si acquieta.
Il cuore no” (pag. 5).

Napoli del 1939

Soledad si apre sull’ultimo Natale di Napoli, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. La bufera che si abbatterà sull’Europa è alle porte. Il mondo sta cambiando, e questo cambiamento noi lo abbiamo avvertito man mano che la serie del commissario Ricciardi andava avanti. Un’aria stagnante e antisemita, un peso invisibile, una nebbia fitta gravano sulla città.
Le restrizioni imposte dalla dittatura pesano, la gente è angosciata, il cibo man mano si riduce, mentre la povertà aumenta. Le leggi razziali assottigliano la popolazione: chi può scappa dall’incubo, chi non può prega Dio. E mentre lo Stato si prepara per la guerra, i giornali continuano a scrivere che l’Italia non entrerà in guerra.

“Tutti a tirare un sospiro di sollievo, tutti a pensare di essere fuori dalla mischia. Poi erano iniziati i razionamenti, e di lì la corsa all’accaparramento dei generi alimentari, gli acquisti al mercato nero. E c’era perfino chi premeva per «rompere gli indugi» e sedersi al tavolo delle spartizioni di territori da conquistare”. (pag.123).

Napoli però non delude, e il suo spirito passionale e focoso, nonostante i pestaggi, le sparizioni, le deportazioni, continua a sostenere le varie esistenze. De Giovanni ci mostra non solo l’agire feroce e prepotente dei fascisti, ma anche come il regime sia riuscito a plagiare e distorcere la mentalità dei giovani, cresciuti per farsi soldati, e come abbia generato un prontuario machista da adottare.
In questa Napoli del’39, però, c’è anche chi si è formato prima dell’arrivo della dittatura. Anche per il disincantato dottor Modo questo Natale è pieno di malinconia.

“Da più di dieci anni era partita la follia dell’impero, e le conseguenze Modo le aveva sotto gli occhi; le sanzioni internazionali avevano prodotto povertà, denutrizione, privazioni e morte, E nessuno lo ammetteva, nessuno si lamentava, quasi fosse un male necessario […] Come si poteva credere che non si sarebbe entrati in guerra, se solo quel maggio era stato firmato il Patto d’acciaio con il pazzo tedesco?” (pagg. 123-24).

L’ amore

De Giovanni ambienta, come gli altri romanzi, la storia in una precisa epoca storica, ricca di paure e insicurezze, sospetti e brutalità ricostruendone i dettagli e avvolgendo la vita dei personaggi nell’inquietudine. Con grande maestria scava nell’universo dei sentimenti, percorrendo i contenuti emozionali del lutto, della perdita di una persona cara, della libertà e dei diritti sopraffatti. I vari personaggi si scontrano con eventi violenti e dolorosi che li condurranno ad una più intensa consapevolezza di sé.
L’autore inserisce la solitudine e l’amore nel contesto del giallo, creando un’atmosfera carica di contrasti, e il risultato è un romanzo ricco di sfumature che invita a meditare sulle dinamiche delle relazioni umane, sulle emozioni che le animano e sulla difficile gestione di sentimenti opposti. Napoli e l’Italia sono avvolte in un dramma collettivo, dove il pensare, l’agire e l’amare dei singoli sono ingoiati dalla follia di un uomo.
Declinato nelle diverse sfumature, l’amore è una presenza viva e regolare nel romanzo: non si può capire che cosa è la solitudine se non si è provato l’amore, perché l’amore, qualsiasi esso sia, prepara il terreno alla solitudine.
In Soledad questo sentimento assume un posto rilevante nella storia dei personaggi, sia esso tenero o malinconico, appassionato o compassionevole, paterno o nostalgico. E anche se all’orizzonte, appare l’odio, un sentimento articolato che conduce ad ammazzare, aggredire, asservire, ridurre con violenza all’obbedienza, esiste l’amore che non ha una fine, poiché va oltre la stessa vita, sopravvivendo alla morte.

“Ricciardi annusò l’aria, e sentì un alito di vento diverso e profumato.
Sorrise alla notte, e disse: Buon Natale, amore.
La notte gli rispose: buon Natale, amore mio” (pag. 279).


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Scheda libro

Titolo: Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi

Autore: Maurizio de Giovanni

Casa editrice: Einaudi

Anno: 21 novembre 2023

Pubblicato in Narrativa, Senza categoria.

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