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“Addio a Berlino” e la malinconia contagiosa di Christopher Isherwood

Esistono romanzi in grado di evocare non solo grandi emozioni, ma anche vere e proprie esperienze sensoriali come il grigiore appannato di una stanza piena di persone con le sigarette accese, il vociare e le risate sguaiate che smorzano le note di una canzone jazz in una vecchia sala da ballo, la sensazione di un vento gelido che taglia la faccia in un inverno carico di aspettative e di speranze mal riposte. Tutto sta nell’abilità del romanziere, ovviamente, ma se cercate questo di sensazioni Addio a Berlino’ (Adelphi) di Christopher Isherwood è il romanzo che fa per voi. Lo è ancora di più se amate quello straordinario e precario periodo tra le due guerre mondiali che trasuda decadenza e genio artistico pressoché ovunque nel mondo.

Con Christopher Isherwood un viaggio nella Berlino degli anni ‘30

‘Addio a Berlino’ è, infatti, un’opera letteraria di straordinaria importanza, che cattura con maestria l’atmosfera e le tensioni di Berlino durante gli anni ’30. Pubblicato per la prima volta nel 1939, il libro è una raccolta di sei racconti interconnessi, narrati dal personaggio semi-autobiografico di Christopher Isherwood, che funge da osservatore distaccato degli eventi e delle persone che animano la città in quel periodo così turbolento e incerto.
Possiamo percepire tutta la malinconia di una Berlino che, di fatto, esisterà solo per pochi anni così come ci viene descritta. La descrizione della Berlino degli anni ’30 è straordinariamente vivida e dettagliata. Isherwood dipinge un quadro complesso e stratificato della città, catturando sia il suo fascino decadente che le sue profonde contraddizioni. Le luci scintillanti dei cabaret coesistono con le ombre delle marce paramilitari, creando un contrasto potente che riflette la dualità di un’epoca al bivio. Questa dualità è esemplificata dai personaggi stessi, che oscillano tra speranza e disperazione, tra il desiderio di vivere intensamente il presente e la consapevolezza di un futuro incerto e minaccioso.

I personaggi

Christopher Isherwood ce la racconta attraverso una varietà di personaggi, ciascuno rappresentativo di diversi strati della società berlinese. Tra questi ce ne sono di memorabili, come Bernhard Landauer, un giovane ebreo berlinese che rappresenta la crescente minaccia del nazismo per la comunità ebraica, e la famiglia Nowak, che offre uno sguardo sulla classe operaia e le difficoltà economiche dell’epoca. La famiglia Nowak, in particolare, è ritratta con grande empatia e attenzione ai dettagli, mostrando le lotte quotidiane per la sopravvivenza in un contesto di crescente incertezza politica ed economica. La madre, Fräulein Nowak, è una figura centrale in questo ritratto, simbolo di resilienza e dignità di fronte alle avversità.

Sally Bowles

Tra questi, spicca Sally Bowles, una giovane e vivace cantante inglese che incarna lo spirito edonistico e ribelle dell’epoca. La sua figura è al centro di uno dei racconti più celebri del libro, offrendo uno sguardo sulla vita bohémienne e sulle aspirazioni di coloro che cercano di sfuggire alla realtà attraverso l’arte e l’intrattenimento. Sally è un personaggio affascinante, pieno di contraddizioni: apparentemente spensierata e superficiale, rivela gradualmente una profondità emotiva e una vulnerabilità che la rendono incredibilmente umana.

Per questo suo iconico personaggio, Christopher Isherwood si ispirò alla cantante diciannovenne Jean Ross, icona della Berlino durante il crepuscolo della cosiddetta ‘jazz age’. La risonanza di un personaggio come Sally Bowles vedrà la sua fioritura anni dopo nel musical ‘Cabaret’ (1966) e prima ancora nell’ opera teatrale poi divenuta adattamento cinematografico ‘I Am Camera’ (in italiano tradotto come ‘La donna è un male necessario’) del 1955 entrambi basati sul romanzo di Isherwood.

Peter e Otto

Un altro aspetto cruciale del romanzo riguarda i personaggi di Peter e Otto, il cui rapporto offre un’intensa esplorazione della sessualità e delle relazioni umane in un’epoca di crescente repressione. Peter Wilkinson, un giovane inglese, e Otto Nowak, il figlio della già citata famiglia di artigiani Nowak, sviluppano un legame complesso e tormentato. Peter è affascinato e turbato dall’intensità di Otto, un ragazzo ribelle e impulsivo che incarna le contraddizioni della società berlinese.

Il loro rapporto è carico di tensioni, alimentate dalle differenze culturali, economiche e personali, che riflettono le più ampie divisioni sociali e politiche dell’epoca. Christopher Isherwood descrive la loro relazione con una sensibilità e una profondità psicologica che aggiungono un ulteriore strato di complessità al quadro già ricco e stratificato della Berlino degli anni ’30. Questo focus sulle relazioni intime e sull’identità personale non solo arricchisce la narrazione, ma sottolinea anche l’universalità delle esperienze umane, indipendentemente dal contesto storico e sociale.

La tecnica narrativa di Christopher Isherwood

Il narratore stesso, Christopher Isherwood, è una presenza costante ma discreta, che osserva e documenta senza mai interferire troppo apertamente con gli eventi. Questo stile di narrazione distaccata permette al lettore di immergersi completamente nella vita dei personaggi e di Berlino, sperimentando in prima persona le loro gioie, paure e disillusioni. Isherwood adotta un approccio quasi giornalistico, registrando con precisione le sfumature della vita quotidiana e gli sviluppi politici, senza cedere alla tentazione di offrire interpretazioni o giudizi morali espliciti. Questa scelta narrativa conferisce al testo un’aura di autenticità e immediatezza, trasformando il lettore in un testimone silenzioso degli eventi.

La prosa di Isherwood è chiara ed evocativa, caratterizzata da uno stile diretto e privo di fronzoli che rende la lettura scorrevole e coinvolgente. Le descrizioni sono precise e vivide, permettendo al lettore di visualizzare con facilità le scene e i personaggi. Questa chiarezza stilistica è accompagnata da un’acuta capacità di osservazione, che permette a Isherwood di catturare le sfumature più sottili delle interazioni umane e delle dinamiche sociali.

Sull’orlo del precipizio

Uno degli aspetti più notevoli di ‘Addio a Berlino’ è la sua capacità di trasmettere un senso di imminente catastrofe senza mai diventare apertamente melodrammatico. Christopher Isherwood riesce a mantenere un tono leggero e ironico, anche quando descrive situazioni di grande tensione o pericolo. Questa abilità nel bilanciare leggerezza e gravità rende il libro particolarmente efficace nel comunicare l’atmosfera di instabilità e incertezza che pervadeva Berlino durante l’ascesa del nazismo. La città stessa diventa un personaggio a tutti gli effetti, con le sue strade affollate, i caffè vivaci e le ombre che si allungano man mano che il potere totalitario si consolida.

I temi

Il romanzo non si limita a offrire un ritratto della vita urbana, ma esplora anche temi universali come l’identità, l’intolleranza e la lotta per la sopravvivenza. La ricerca di un senso di appartenenza è un filo conduttore che attraversa tutte le storie, con i personaggi che cercano di definire sé stessi in un contesto di rapidi cambiamenti sociali e politici. L’intolleranza, in particolare, è un tema centrale, con la crescente persecuzione degli ebrei e di altre minoranze che getta un’ombra sinistra su tutte le interazioni umane. Isherwood affronta questi temi con una sensibilità e una profondità che li rendono rilevanti anche per i lettori contemporanei.

In conclusione, ‘Addio a Berlino’ è a tutti gli effetti un’opera magistrale che combina narrativa e reportage per offrire un ritratto indimenticabile di una città che, di fatto, non esiste più e di un’epoca storica determinante. La capacità di Isherwood di catturare l’essenza della vita quotidiana e di trasmettere un senso di imminente catastrofe rende questo libro non solo un classico della letteratura, ma anche un documento storico di straordinaria rilevanza.


Addio-a-Berlino-Christopher-Isherwood-altaScheda del Libro

Titolo originale: Goodbye to Berlin
Titolo italiano: Addio a Berlino
Autore: Christopher Isherwood
Prima Edizione: 1939
Editore (ita): Adelphi
Anno: 2018
Traduzione: Laura Noulian

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