Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue? La risposta di Michela Murgia è sempre stata sì. La queerness familiare, sosteneva l’autrice, è ormai una realtà, e affrontarla una necessità politica, come lo è quella di un dialogo lucido e aperto sulla gestazione per altrə, un tema che mette in crisi la presunta radice dell’essere donne. Interrogarci, discutere intorno a questa radice significa sfidare il concetto di normalità e naturalità a cui siamo abituati.
Michela Murgia lo ha fatto per anni, nei suoi libri e sui social, e nelle ultime settimane di vita ha raccolto i suoi pensieri per donarci questo pamphlet densissimo e prezioso, in cui ci racconta – partendo dall’esperienza personale – un altro modello di maternità, come si possa dare la vita senza generare biologicamente, come i legami d’anima possano sommarsi ai legami di sangue. Pagine importanti che ci permettono di entrare nelle infinite sfaccettature degli affetti e di comprendere come aprire all’altrə non riduce ma amplifica l’amore.
Murgia ha lavorato fino all’ultimo momento della sua vita a ‘Dare la vita’, volume che raccoglie i suoi pensieri e che ora esce postumo per Rizzoli, curato da Alessandro Giammei. Sarà in libreria dal 9 gennaio 2024 e raccoglie una serie di riflessioni sui concetti di maternità e famiglia.