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Disobbedienza di Naomi Alderman, il diritto di sbagliare

‘La notte scorsa ho sognato che volavo su Hendon. Il vento mi avvolgeva, sopra, sotto e intorno e mi riempiva i polmoni. (…) E dissi: “Signore, può esserci passione a Hendon? E desiderio o disperazione, lutto o gioia, meraviglia o mistero? Signore,” dissi, “può vivere questo posto?”
E il Signore mi disse, figlia mia, se io lo voglio, vivrà’.

Romanzo d’esordio della scrittrice britannica Naomi Alderman, Disobbedienza (nottetempo edizioni) ci porta nel mondo ebreo ortodosso di un sobborgo di Londra dove la stessa autrice è vissuta.
Con questo libro ha vinto l’Orange Prize for New Writers nel 2006 ed il Sunday Times Young Writer of the Year nel 2007.

La disobbedienza passa da un ritorno difficile

E’ il giorno dello Shabbath, ‘il giorno in cui camminare in punta di piedi nel mondo’; tutta la congregazione è riunita nella sinagoga e sta ascoltando le parole del Rav Krushka che ad un certo punto si accascia a terra: l’energia vitale lo ha abbandonato.
Accanto a lui c’è il nipote, Dovid; la moglie di quest’ultimo, Esti, si trova nella zona riservata alle donne e al di là dell’oceano, a New York, troviamo Ronit, la figlia del Rav, che sarà quindi costretta a tornare nei luoghi dai quali si era allontanata tanti anni prima.
Questo ritorno, con lo scombussolamento dei delicati equilibri tra i due coniugi ed al tempo stesso tra loro e gli abitanti del quartiere, è al centro del romanzo; la narrazione viene immersa in una comunità che si appresta a celebrare la scomparsa del suo capo spirituale, con le decisioni su chi prenderà il suo posto e soprattutto con le domande sui tre giovani, su quelle dinamiche del passato che tornano ed animano le maldicenze: ‘è difficile resistere alle tentazioni del ‘lashon hara’ (letteralmente malalingua)’.

Disobbedienza, i suoi personaggi

Dovid è un uomo tranquillo; lo zio lo affianca fin da giovane nello studio della Torah in quanto percepisce la sua rara capacità di vivere quelle ‘esperienze dell’anima’ che gli mostrano i colori delle persone, vedere le parole ed i suoni. La pressione su di lui dopo la morte del Rav diventa sempre più forte, andando ad aumentare i suoi mal di testa ‘colorati’: ‘Il dolore di ghiaccio gli prese di nuovo l’occhio (…) Poi con un sonoro scrocchio, il tentacolo penetrò. (…) Un viticcio color cobalto gli frugava la faccia, ondeggiando lento da una parte all’altra, sminuzzandogli i muscoli e i nervi a ogni passaggio’.

Sua moglie Esti viene descritta come una donna assente, ‘c’era in lei qualcosa di strano, come la capacità di diventare improvvisamente immobile’; i suoi silenzi sono spesso stati notati dai membri della congregazione ed il ritorno di Ronit, amore della sua giovinezza, darà di nuovo forza ad una sorta di impulso di fuggire.
Quest’ultima sembra che si sia affrancata da quelli che erano i progetti paterni per lei ma in realtà non ha ancora risolto i drammi del suo passato; oltre a questo rapporto irrisolto, e che purtroppo non potrà più risolversi, c’è quello con Esti che nonostante la lontananza non è ancora concluso: ‘Avevo dimenticato come era stato tra noi. (…) Per una piccola frazione di tempo, in mezzo alla campagna, a Hendon, in piena notte, sotto le stelle e il cielo senza luna, ricordai il suo sapore. Uno strano cortocircuito che all’improvviso legava il passato al presente, in modo inaspettato, e per quell’istante mi fu chiaro dove ero nello spazio, ma non nel tempo’.

Infine, quasi come un quarto personaggio, c’è il quartiere di Hendon, con la sua densa atmosfera, i suoi abitanti e le sue strettissime regole e nel quale ‘il tempo è una spirale (..) ogni giorno porta la sera e la mattina, eppure nessun giorno potrà mai essere ripetuto’.
I gesti nelle famiglie si ripetono, i riti religiosi quasi rassicuranti nella loro costanza, nei quali perdersi e non pensare. Ed è in queste descrizioni che emerge la visione critica dell’autrice sul ruolo della donna al suo interno, ‘dell’orrore e della disperazione delle piccole vite che si consumano qui’.

La visione della donna

Disobbedienza si dirama in due narrazioni parallele che si alternano nei capitoli: da una parte troviamo quella in prima persona nella quale è Ronit che parla di quello che accade e delle sue sensazioni ed emozioni. Nell’altra, introdotta da citazioni e spiegazioni della Torah, si passa alla terza persona ed è l’autrice che racconta ciò che accade; è in questa seconda parte che si parla di Esti e vengono svelati i suoi pensieri e gesti.

Questa modalità sottolinea con forza come solo la figlia del Rav, che è uscita dalla comunità, possa parlare di sé in prima persona: è una visione certamente critica quella che la Alderman ci mostra relativamente al ruolo limitato della donna al suo interno, dove assume più o meno valore non per il suo essere ma sulla base del suo matrimonio e dei figli che ha.
E l’impatto per Ronit con questo mondo dal quale si era allontanata è duro e profondo, sente su di sé il giudizio sul suo passato, sulla lontananza da quel padre che per tutti gli altri era una guida; nella sua vecchia casa sente che persino i libri, davanti al suo rammarico sull’impossibilità di leggerli tutti, le dicono: ‘Ma non dovevi mica leggerci, mormorarono i libri silenziosi, tu ti dovevi sposare e fare dei figli’.

La disobbedienza

Sarà proprio la delicata e sottile Esti, colei che sente il peso della sua inadeguatezza ed arriva a credere che sia una sorta di punizione per il suo passato, a mostrare infine una strada: ‘se Dio mi vuole punire, così sia. È Suo diritto. Ma è mio diritto disobbedire’.

Ed è proprio in quest’ottica di disobbedienza che questa storia intensa infine ci mostra, nelle parole delle due protagoniste, che un’altra via è possibile, quella della comprensione e dell’accettazione di sé, anche ad Hendon. ‘Apprendiamo che è giusto vivere secondo le nostre scelte, anche se Dio ci comunica chiaramente che sono sbagliate. Impariamo che possiamo disobbedire ai suoi comandamenti diretti eppure arrecargli piacere con le nostre azioni’.

L’autrice di Disobbedienza

Naomi Alderman è nata nel 1974 a Londra, dove vive, è autrice di diversi romanzi, insegna scrittura creativa ed è coautrice di alcuni videogiochi.
Poco dopo la pubblicazione di Disobbedienza, grazie ad un’iniziativa di promozione dei giovani scrittori, viene scelta da Margaret Atwood come sua ‘protetta’: insieme hanno scritto un libro sulla piattaforma di scrittura Wattpad.

Il regista Sebastian Lelio ha diretto l’adattamento cinematografico del romanzo nel 2017.
Recentemente è uscita la serie tratta dal suo ultimo libro, Ragazze elettriche (2017), anch’esso un grande successo di pubblico e critica.


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Scheda libro

 

Titolo: Disobedience

Titolo italiano: Disobbedienza

Autore: Naomi Alderman

Prima Edizione: 2006

Editore: nottetempo edizioni

Anno: 2018

Traduzione: Maria Baiocchi


 

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