Indice
Inclini all’amore di Tijana M. Djerković esce nel 2013 per la casa editrice Playground
‘Vedendolo, povera preda, in mezzo a due uomini di Dio, il naso sanguinante e i denti stretti per non piangere – in Montenegro neanche gli uomini di cinque anni piangono -, Milovan si alzò imponente dallo sgabello di gelso. Si mise a guardarli con i suoi occhi verdeazzurri che brillavano nella notte e nei quali era riflesso il mondo: l’Oceano Atlantico, i ghiacci eterni dell’Alaska, i grattacieli di New York e persino le foreste di Colonia’.
L’anonimato femminile in Montenegro
Inclini all’amore e la situazione femminile. La donna si valuta in base al sesso del figlio che mette al mondo: o, per meglio dire, la si rende più o meno importante a seconda se partorisce un maschio o una femmina.
In Montenegro, si saluta con gli spari a salve la nascita di un maschio, mentre il silenzio più assoluto accoglie quella della femmina.
Si badi bene, che il momento di gloria della donna dura giusto il tempo di festeggiare il nascituro: l’oscurità rimane dietro l’angolo, pronta ad apparire per stringerla nuovamente tra le sue fauci.
Questo Arianna non lo sa, quando ancora pensa di avere la stessa importanza di suo fratello; una certezza che crolla, fino a che non si rende conto che la sua presenza agli occhi del padre non è così limpida e palese.
Suo fratello muore prematuramente e il pianto paterno sembra distruggere anche la sua ombra, invisibile all’eredità familiare e alle dinamiche socio-culturali. Nonostante sia l’ultima rimasta della famiglia, non può ereditare nulla, ma questo Arianna lo sa.
Quello che proprio non immaginava, era di non poter tramandare nemmeno la componente emotiva, in qualità di discendente della famiglia.
La storia nella Storia degli ‘Inclini all’amore’
E’ un viaggio avventuroso quello degli Inclini all’amore: siamo alla fine dell’800, quando Milovan che di cognome fa Vuković, nato a Bar sulla costa montenegrina, emigra insieme ad altri cinque compagni alla ricerca di una vita migliore.
Non è facile per loro essere in terra straniera; per fortuna sono in tanti e si sostengono vicendevolmente.
La vita si fa durissima e come tutti quelli che abbandonano la terra natia, sentono il terribile distacco da quello che hanno lasciato. Vivono in diverse città europee, fino ad arrivare in America, con in tasca un grande sogno: tornare in Patria e lavorare la terra, perché la vera vita e la famiglia si costruiscono solo nel proprio territorio.
Il gruppo di “cafoni” (così si definiscono) fa un viaggio a dir poco avventuroso, di cui proprio Milovan e la sua anima di poeta si rendono splendidi protagonisti. Uno dei sei giovani fa rientro prima del previsto, a differenza di un altro che non torna più, perché decide di mettere le basi in America. Milovan Vuković, quando torna a casa ha poco più di trent’anni e qui vive esperienze piuttosto turbolente; è costretto a combattere tre guerre, due balcaniche e un conflitto mondiale.
La sua esperienza estera, però, gli ha insegnato molte cose, tra cui come abbattere i pregiudizi: egli è il primo, infatti, a salutare l’arrivo dei figli maschi e delle femmine allo stesso modo.
La voce di Arianna
Negli Inclini all’amore a raccontare le vicende dei Vuković è proprio Arianna e la sua voce sembra rimanere distante dall’intrinseca complicanza delle storie familiari.
Il tono con cui narra si riempie d’emozione quando fa riferimento a suo padre, con il quale instaura sin da subito un legame molto forte.
Le vivide sensazioni sono dettate dal ricordo di un uomo che diventa grande dall’età di dodici anni, quando decide di essere parte attiva della Storia di Jugoslavia, unendosi alle forze partigiane di Tito, per seguire suo fratello Mihailo.
Arrestato con l’accusa infamante di tradimento, sconta una pena di ben quattro anni a Goli Otok (il terribile campo di concentramento, dove Tito relegava alcuni dei prigionieri considerati tra i più pericolosi, ai quali riservava un trattamento disumano).
Troppo doloroso questo ricordo per Vladimir, che colpito da una granata perde un braccio, rimanendo invalido per tutta la vita; allora l’uomo sceglie di raccontare altre cose. Ama parlare dell’amore che lo lega indissolubilmente a sua moglie, o di quando e come è diventato poeta. Vladimir relega le sue sofferenze in un diario, la cui lettura risveglia in Arianna un grande sentimento di affetto e ammirazione nei suoi confronti.
Inclini all’amore e il cammino inaspettato di una donna
Tijana M. Djerković, in questo Inclini all’amore disegna in un modo insolito la storia della sua famiglia, partendo da sei uomini che lasciano la propria terra per arrivare a parlare della prima donna, (il riferimento autobiografico è molto forte), che riesce a fare un suo percorso in una famiglia tutta al maschile, diventando l’erede della sua storia.
“È possibile per una giovane donna diventare l’erede di una storia e di una famiglia tutta al maschile?”
Sembrava impossibile, ma per la Djerković è andata proprio così e questa eredità ha voluto metterla per iscritto quando “la primavera belgradese che una mattina si è presentata del tutto inattesa a Roma, e mi ha fatto capire che era arrivato il momento del ritorno; per avermi fatto soffrire molto, chiedendomi in cambio di non detestarla, mai…”
Inclini all’amore: la narrazione nostalgica
L’autrice serba decide di mettere nero su bianco questa delicata storia usando la lingua italiana, con una scrittura equilibrata e consapevole, ereditata dalla sua prolifica attività di traduttrice, quasi a voler salvaguardare la memoria da una prospettiva differente.
Inclini all’amore è un racconto carico di nostalgia e di quel grande sentimento che appartiene a chi si allontana dai propri luoghi, pur non abbandonandoli mai.
Una narrazione viva, che racconta della forza di una donna e del suo irruente destino, di un amore viscerale per la figura paterna, un uomo fuori dal comune, un poeta che canta apertamente di sofferenza e amore. Quello stesso grande sentimento, che lo porta a nascondere a sua figlia qualcosa di talmente importante, tanto da cambiare le cose per sempre. Un libro che vede la memoria come indiscussa protagonista e una figura femminile che dona voce alla storia familiare.
Momcilo Djerković e Goli Otok
In/Con Inclini all’amore, attraverso le vicende legate sua famiglia, la Djerković racconta un secolo di storia dei Balcani, dall’epoca degli Imperi alla seconda guerra mondiale, fino al conflitto fratricida degli anni ’90.
Figlia di Momcilo Djerković, celebre poeta montenegrino, porta impresse nel cuore le sofferenze paterne, conseguenze della sua prigionia nel gulag jugoslavo di Goli Otok, dove perde un occhio a causa dei maltrattamenti subiti. “Interrogato, umiliato, torturato. Come migliaia di altre vittime. Un’atrocità tra mille: immersi in mare a spalare sabbia, a gennaio, con la bora che soffiava furiosa”.
Momcilo racconta il valore del suo popolo nei versi delle sue poesie, fino alla morte che arriva dopo il vero tragico evento della sua vita; la perdita del figlio quarantenne, morto improvvisamente nel sonno. “L’unico colpo basso del destino a cui papà non ha saputo resistere. Lui non credeva in Dio. Ma era incline all’amore, come altri sono inclini alla depressione, alla gelosia… Incline all’amore per la vita. E questo lo ha salvato. Ci ha salvato. Mentre tanti, troppi, nel nostro Paese non sono sopravvissuti”.
Assume una notevole importanza il riferimento a Goli Otok, che fa molto riflettere su quanto sia la storia che gli uomini si rivoltino contro chi si è speso molto per entrambi.
Diverse scelte di Momcilo pesano inevitabilmente sulla vita della sua famiglia. Tijana scopre molto tardi la storia del padre e permette al lettore di venirne a conoscenza proprio come è accaduto a lei: senza che se lo aspettasse, improvvisamente.
Diventa bella e coinvolgente la sua modalità narrativa, quando decide di inserire nel racconto il diario paterno scritto durante la prigionia; un modo delicato se pur non privo di giudizio, di svelare il suo passato.
La vera eredità
Ed è partendo da queste storie e da questa Storia, che la donna inizia il percorso fuori dal suo sconosciuto Paese, martoriato dalla guerra, dalle contraddizioni e dall’odio.
Inclini all’amore assume le sembianze di un puzzle, i cui tasselli ricostruiscono una porzione di vita dell’autrice. Arianna, proprio come Tijana, è innamorata delle parole e dei libri, grazie alla passione per le lettere di suo padre. Amore, scrittura e letteratura: sono queste, forse, le eredità più importanti che il suo genitore le ha lasciato.
Scheda libro ‘Inclini all’amore’
Titolo: Inclini all’amore
Autore: Tijana M. Djerković
Prima edizione: Playground 2013