Michele Di Tonno Una tregua sottile sitook

“Una tregua sottile” di Michele Di Tonno, nella poesia il potenziale ignoto delle parole

Leggiamo insieme “Una tregua sottile” le poesie di Michele Di Tonno pubblicate dalla casa editrice Il Ramo e la Foglia

Le apparenze

Non sono degli haiku, nonostante le apparenze dovute alla brevità; non sono componimenti bellici in senso stretto, o almeno non solo, nonostante il titolo; non sono poesie di poco spessore, nonostante l’aggettivo “sottile”.

La realtà

Sono versi inerenti varie tematiche e soprattutto parlano d’Amore, un argomento antico, profondo, universale, da sempre cantato dai poeti, dai cantautori, come se Amore e poesia fossero una cosa sola: “potrei dunque cantare. /quale poeta sarei se non cantassi l’amore” (da ‘Dunque potrei cantare’).
L’Amore non è però soltanto una tensione lirica e poetica: è anche contatto, come quello di un bacio che accadde: “schiuse il sipario un bacio” (da ‘Il bacio’); o che dona dipendenza: “nei tuoi baci vivo/chissà se lo sai” (da ‘Chissà se lo sai’); dona dipendenza in quanto cura: “le lacrime che non piango/sono il vuoto in cui m’infrango/tu baciami sempre”(da ‘Baciami sempre’); l’Amore è qualcosa che si fa azione carnale e conoscitiva al contempo: “abbiamo fatto l’amore e stavolta/ancora al mio fianco indugi, mi studi,/forse anche tu/senti battere il mare” (da ‘Il mare’); l’Amore non soltanto è la lode disinteressata alla Guinizelli, ma è anche la paura cavalcantiana: “a te solo anima inquieta appartiene/il mio essere in materia d’amore” (da ‘Ho temuto di non incontrarti’); l’Amore è domanda verso l’altro, accoglienza delle solitudini, l’Amore è l’unica forma di saggezza che, se negata, diventa follia: “che follia non amarci/non amarci alla follia/strappando ognora agli occhi/distanze e rinunce”(da ‘Non amarci’) ; oppure, l’Amore è l’ultima spes di un puro divertimento: “un posto dove ancora rido c’è: /nel letto con te” (da ‘Dove ancora rido’).
Lascio al lettore la libertà di perdersi in tutte le poesie d’Amore del poeta.

Non di solo Amor vive l’uomo

Certo sarebbe bello vivere solo d’Amore, essere totalmente seguaci di Eros, alla maniera dei lirici greci… ma non è possibile; allora il poeta si cala anche nella realtà, che comunque accoglie sempre con eleganza ed apertura.
Fondamentale compagna di vita è la Natura… con i suoi fenomeni, le sue stagioni, le sue notti; la realtà è talora fatta di opposti: “la guerra arroventa e la pace/i cuori caduti non risuscita. eccelle in ritardi la nostra umanità” (da ‘Guerra e pace’). Il rovesciamento delle normali categorie di male e bene in questa lirica viene reso attraverso l’inversione sintattica (“la pace/i cuori caduti non resuscita; eccelle in ritardi la nostra umanità”); oppure attraverso la minuscola dopo il punto (“eccelle” dopo “resuscita”), stilema in realtà ricorrente in altri componimenti, come si sarà notato nelle citazioni precedenti; non possiamo dimenticare, poi, un’altra ‘guerra sui generis‘ che ha attraversato il nostro globo, ovvero la pandemia: “è sabato mattina, primo turno, in tempo di pandemia si fanno i turni/anche per il nuoto libero” (da ‘Sabato mattina’); ma soprattutto l’uomo vive di Piccole cose: “ritorno e ritorno alle piccole cose: /il libro sul comodino/il tostapane sulla credenza//la caffettiera che sbuffa sul fuoco/e premurosa annuncia il compimento./filtri, antidoti, scacciapensiero, /buone compagnie”.

Tutti, alla fine, viviamo di siffatte quisquiglie (come scriverebbe Chiara Gamberale) esaltate dall’accumulo, ma non sono assolutamente piccole cose se ci rendono felici. Analogamente, del resto, scrive molto tempo prima Emily Dickinson: “Le cortesie più piccole/ – un fiore o un libro -/piantano sorrisi come semi/ che germogliano nel buio” (‘Le cortesie più piccole’).
Soprattutto perché si tratta di cose che noi occidentali, la parte fortunata del mondo, siamo abituati a dare per scontate, ma che non lo sono se, stando al poeta, serve anche ‘Una tregua sottile‘ per riappropriarsene: “guarda, non una ruga ha oggi il mare, /concedi al tuo volto/concedi al mio volto/una tregua sottile”.

Michele di Tonno e il potere delle parole

Se non esistessero, non ci sarebbe la poesia, la letteratura, la condivisione, la società stessa.
Dal momento che esistono, non possono essere ignorate. E ogni poeta non può non restituirci una propria idea su di esse, compreso Michele Di Tonno che per loro tramite ha composto i propri testi: “ho sempre temuto le parole,/appartengono al mistero:/ il loro peso è variabile/il loro moto è invisibile,/sono voce, sono aria/ignoto è il loro approdo./talvolta gli occhi ne tradiscono il passaggio,/talvolta sono la fronte o la bocca a fare cenno./e tu, delle mie parole/cosa ne fai?” (‘Le parole’)
Le parole, dunque, sono uno strumento dal potenziale ignoto, sembrano immateriali ed innocenti, invece possono tradire, possono essere non verbalizzate ma mimate, sono alla mercé di chi le ascolta e non solo di chi le inventa.

Conclusione

In conclusione consiglio assolutamente la silloge di Michele Di Tonno che è impreziosita dalla postfazione di Annamaria Vanalesti, la quale ci offre una possibile chiave di lettura di queste liriche così belle, nitide, chiare e al tempo stesso così ermetiche come il caffè, come un sogno, come una speranza. L’apparente semplicità compositiva, la scarnificazione dei versi, il tono diretto non devono illuderci: si tratta di una sintesi a cui si arriva per scelta, per ricerca, per accostamento non casuale, per perizia poetica e saggezza di vita, per irriverenza verso la grammatica, e per amore verso le parole.


Michele-Di-Tonno-Una-tregua-sottile-copertina-webokScheda libro

Titolo: Una tregua sottile
Autore: Michele Di Tonno
Casa Editrice: Il Ramo e la Foglia
Collana: Poesia
Anno: 2024
Pagine: 88
Prezzo: 13 euro
ISBN: 9791280223388

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