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Avete presente quei romanzi che si leggono da adolescenti? Quelli divorati in pochi giorni, che si leggevano in ogni istante libero, per poi affrettarsi a condividere impressioni e opinioni con gli amici, un po’ come oggi facciamo con le serie tv? Ecco, questa è proprio l’atmosfera che si respira leggendo Il Monaco (The Monk, in lingua originale) di Matthew Lewis.
Scritto tra il 1795 e il 1796, è stato definito dai critici come il primo romanzo horror della letteratura inglese – se non addirittura europea. Da buon bestseller che si rispetti, il romanzo di Lewis ha suscitato sin da subito due reazioni principali: un’attrazione mista a fascino magnetico, da un lato, orrore, scandalo e shock, dall’altro.
Haters gonna hate, diceva qualcuno. Certo, lo capiamo benissimo perché un libro del genere abbia sconvolto e attirato le masse.
Il Monaco e il suo intreccio, ricco e avvincente
Nel libro Il Monaco il racconto principale – perché Lewis tutto è tranne che avaro in fatto di trame e sottotrame – si concentra su Ambrosio, stimatissimo e castissimo abate dei Frati Cappuccini di Madrid, che cade vittima della tentazione e si ritrova, quasi letteralmente da un giorno all’altro, completamente soggiogato dal desiderio prima per la seducente e agguerrita Matilda e poi per l’angelica e innocente Antonia.
Le due donne sono agli antipodi, mentre la prima è circondata da un’aura di mistero (la cui interezza ci viene, giustamente, rivelata solo a fine romanzo), la seconda rappresenta tutto ciò che di più puro c’è in questo mondo. Antonia potrebbe potenzialmente salvare Ambrosio, ma, paradossalmente, sarà colei che segnerà definitivamente la rovina del monaco.
Al nucleo narrativo centrale, si intrecciano le storie di Agnes e di suo fratello Lorenzo che non hanno nulla da invidiare alle vicende de monaco dissoluto per quel che riguarda suspense ed elementi horror-grotteschi. Tra suore insanguinate e indemoniate, apparizioni maligne, fantasmi, omicidi e stregoni, Lewis ha dato fondo a tutta la sua fantasia avendo grande cura di attingere e rielaborare elementi del folklore europeo e fatti storici realmente accaduti.
Un bel minestrone storico
Da dove nasce tutto ciò? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo fare ricorso alla Storia.
Lewis, difatti, non inventa nulla, ma rielabora. Esattamente come faceva Shakespeare e molti altri prima di lui, Lewis racconta ciò che accade attorno a lui in una chiave diversa, che consente di leggere la realtà con occhi nuovi. Il nostro autore trasla magistralmente tutte le atrocità di un evento storico epocale come sono stati la Rivoluzione Francese e il successivo Terrore nella Spagna dello stesso periodo, e dà loro nuovi volti, nuovi protagonisti.
Tutto questo, se ci pensiamo, rende il romanzo ancora più horror, proprio perché è ispirato da eventi realmente accaduti. Ecco che, allora, ad esempio, la scena tremenda del linciaggio della badessa dell’abbazia di St. Clare da parte della folla nel romanzo, ci ricorda tristemente quello della principessa di Lamballe in uno dei momenti più bui della Rivoluzione.
Senza contare, poi, che Lewis, da bravo figlio del suo tempo, non esita a mettere in luce tutta l’ipocrisia e la superstizione che contraddistinguono – agli occhi degli inglesi del tardo Settecento – il mondo cattolico e il suo clero. Persino l’Inquisizione fa una comparsata, come ciliegina sulla torta. Non è un caso, dunque, che la vicenda sia ambientata nella cattolicissima Spagna, ambientarlo in Inghilterra avrebbe comportato uno scandalo assai maggiore di quello effettivamente suscitato dopo la pubblicazione.
Il Monaco, un romanzo “scomodo”
Ai protagonisti de Il Monaco, lo abbiamo già accennato, accade di tutto: apparizioni demoniache, stupri, violenze di ogni genere… È un libro “scomodo”, in fin dei conti, che fa continui riferimenti al sesso e alla perversione.
Il Marchese De Sade pare, ne fosse un grande ammiratore, per intenderci. Sembra scritto nel Settecento? Assolutamente no, o meglio, la prosa di Lewis, le sue scelte fraseologiche spesso elaborate, enfatiche e dalla terminologia a volte un po’ arcaica, spesso ce lo ricordano, così nel suo dilungarsi in dettagli assolutamente non necessari.
Non si può negare un po’ di frustrazione quando, ad esempio, l’autore interrompe una trama a metà per proseguire, all’improvviso e quasi senza motivo apparente, o iniziarne del tutto una nuova.
Ci fa paura, in quanto romanzo horror? Anche qui la risposta è no; oggi siamo abituati a ben altro, ma è comunque interessante capire come si è evoluto il genere e soprattutto da dove e come nasce. Oggi, a dirla tutta, un romanzo del genere ci fa sorridere per le vicende assurde e intricate che racconta, al pari quasi di una telenovela argentina degli anni ’90.
Scegliamo consapevolmente di credere a ciò che Lewis ci propone, perché funziona benissimo. È quello che in gergo teatrale si chiama ‘sospensione dell’incredulità’ e lo accettiamo volentieri perché, fondamentalmente, è tutto così meravigliosamente trash da farcene innamorare all’istante.
Perché leggere Il Monaco?
Con che spirito leggere, dunque, Il Monaco? Innanzitutto, occorre non prenderlo troppo “sul serio”: non è un romanzo storico, seppur trae ispirazione da fatti realmente accaduti.
La genialità di Lewis risiede proprio nel saper raccontare la realtà in modo diverso e sensazionalistico.
È necessario, inoltre, non lasciarsi assorbire né spaventare dalla moltitudine di personaggi dai nomi tutti orribilmente simili e vagamente caricaturali che popolano questo romanzo.
Lewis si prende gioco di noi, probabilmente, ma a metà della seconda parte – il romanzo è diviso in tre parti o “volumi”- tutto inizia piano piano a collegarsi, per davvero.
Ma, soprattutto, cari futuri lettori, Il Monaco è una di quelle letture che riesce davvero nel suo intento primario: farci divertire e, magari, nel farci concentrare sugli orrori contenuti al suo interno, riesce a farci staccare la testa da quegli orrori che incontriamo anche noi nella vita di tutti i giorni.
Scheda Libro
Titolo originale: The Monk
Titolo italiano: Il Monaco
Autore: Matthew Gregory Lewis
Prima Edizione: 1796 (Inghilterra)
Prima edizione italiana: 1995
Editore: Mondadori – collana Oscar Mondadori
Anno: 2014 (ristampa)
Traduzione: Mario Manzari