La giornalista Gaia Tortora è la vincitrice della 59esima edizione del Premio Estense 2023 con il libro “Testa alta, e avanti” (Mondadori), dove rievoca la vicenda legata all’arresto, avvenuto 40 anni fa, del padre Enzo Tortora, vittima di un clamoroso errore giudiziario.
Il Premio Estense che a Ferrara dal 1965 premia l’eccellenza del giornalismo italiano, quest’anno con 69 titoli ha registrato il più alto numero di volumi candidati della storia della manifestazione.
Il verdetto è arrivato alla quinta votazione con 22 preferenze, al termine di un appassionante testa a testa con Paolo Borrometi e il suo “Traditori. Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana” (Solferino). La votazione è stata caratterizzata da un confronto vivace e partecipato tra la giuria tecnica, presieduta da Alberto Faustini, e quella popolare.
La quartina finalista era composta, oltre che da Tortora e Borrometi, anche da Ezio Mauro con “L’anno del fascismo. 1922. Cronache della Marcia su Roma” (Feltrinelli), e Marcello Sorgi con “Mura. La scrittrice che sfido’ Mussolini” (Marsilio).
Tortora con “Testa alta, e avanti” (Mondadori) ha voluto raccontare la sua storia, nella consapevolezza che non sia solo sua: ogni giorno tre innocenti finiscono in carcere per errore, più di mille cittadini l’anno. E i media continuano a comportarsi come fecero con suo padre: titoloni per additare i presunti colpevoli e, quando va bene, trafiletti seppelliti nelle ultime pagine a segnalare l’assoluzione, il proscioglimento, l’errore giudiziario. Condividere il proprio intimo dolore, allora, diventa un modo per combattere contro l’ingiustizia, per impedire che tutto ciò si possa ripetere. E andare avanti, come le diceva suo padre, a testa alta.
“Nel mio cuore considero la vittoria al fotofinish con il mio amico Paolo Borrometi un ex aequo – ha commentato l’autrice – sono due libri che raccontano la storia d’Italia seguendo filoni paralleli, sui quali ci sarebbe ancora molto da dire. Dedico questo riconoscimento a quella ragazza di terza media e quindi ai ragazzi delle scuole e delle carceri dove continuo ad andare, soprattutto in quelle minorili. Vorrei che i ragazzi, attraverso il mio libro, comprendessero che giudicare subito è sbagliato e che utilizzassero la loro testa per farsi una propria idea“.
(Fonte: comunicato stampa sito Premio Estense)